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Punto 37: i crediti alle fonti

06 Dic Posted by in Uncategorized | Comments

Un articolo che trovo molto interessante e che consiglio a tutti di leggere è “36 cose che ho imparato negli ultimi 3 anni (sui siti di informazione)”, pubblicato l’altro giorno su Wired Italia dal proprio vicedirettore Federico Ferrazza.

A questi 36 punti però io ne aggiungerei un altro, cioè

è cosa buona e giusta riconoscere sempre i crediti a chi ci aiuta nel processo di condivisione dell’informazione

Faccio solo un esempio fresco a titolo esplicativo, ma i casi utilizzabili sono una infinità.

Oggi la principale testata italiana ha pubblicato l’articolo dal titolo “Guasto a Loreto nell’ora di punta, ressa sulla linea uno della metropolitana“. Sotto, la didascalia “Ressa in stazione (foto postata su Twitter)“, senza link alla fonte.

corriere-guasto-loreto

Postata su Twitter” vuol dire tutto e niente. Potevano scrivere “trovata con Google“, “vista su Facebook”  oppure “copiata da Internet” che avrebbe avuto la stessa utilità.

Messa così, è una informazione zoppa, oltre che l’ennesimo esempio di malcostume giornalistico; vediamo perché.

Il contributo dei lettori è utile ma non vale nulla?

La fotografia viene ritenuta di pregio tanto da essere pubblicata: è infatti un validissimo supporto alla descrizione resa dal giornalista. Allo stesso tempo, non viene però riconosciuto alcun valore al lavoro del cittadino che l’ha scattata: nessun riferimento né al nome dell’autore né al link originale. Persino il tweet di @Corriereit ha ritagliato la foto originale anziché fare un RT. Un controsenso.

Come è possibile verificare l’autenticità della foto?

La foto è stata effettivamente scattata in quel luogo e in quell’istante? Se così non fosse, cambierebbe tutto il senso della notizia. “Il lettore deve fidarsi del giornalista e della testata, specie se autorevoli”, direbbe qualcuno.

Ma anche no. Il lettore vuole verificare (i più intraprendenti, attraverso pratiche di fact checking collettivo), è curioso, non si fida, vuole un’informazione personalizzata e non preconfezionata, magari persino pescare in fallo il giornalista.

In breve, il lettore vuole partecipare.

Ad ogni modo, questo è il tweet di @Corriereit, account con 426.203 follower, ore 10:02

https://twitter.com/Corriereit/status/408884205796724736

Questo invece è il tweet di ElisaAddesso, passeggero ATM con 214 follower (ma non per questo meno meritevole di visibilità), ore 9:15

https://twitter.com/ElisaAddesso/status/408872354039595008

atm-milano-ressa

 

L’ho trovato in pochi secondi, andando da browser sulla ricerca avanzata di Twitter e cercando un account che molto probabilmente un passeggero incazzato avrebbe menzionato all’interno del tweet. Se qualcuno vuole farlo e ha fortuna, impiega veramente un attimo. Perché però costringere ogni lettore a fare altrettanto? Se non lo si capisce, è un  ulteriore passo verso la morte del giornalismo e dell’informazione.

twitter-ricerca-avanzata

 

 

 

 

 


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