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RomaXmasCamp19

22 Dic Posted by in Uncategorized | Comments
RomaXmasCamp19

Quello di ieri non è certo stato il mio primo BarCamp, però mai ho provato emozioni simili.
Sarà che sto invecchiando, sarà che ultimamente sto vivendo situazioni difficili, sarà per l’effetto amarcord (certamente più emozionante dell’effetto Dunning-Kruger di cui ho parlato nel mio intervento) di incontrare per la prima volta persone che conosci profondamente e intimamente da un decennio o di ritrovarne altre, sarà per aver conosciuto persone straordinarie.
Torno a casa anche stavolta più ricco e carico di stimoli e idee di quando sono partito.

Il tema conduttore era quello del cambiamento della rete negli ultimi dieci anni. Se dovessi scegliere poche parole chiave per riassumere questa esperienza, queste penso che siano le più adatte.

La prima parola che mi viene in mente è INCLUSIONE.
Mi riferisco all’inclusione delle diversità, delle minoranze, di chi non ha ancora avuto un’opportunità, dei collaboratori meno considerati, degli ultimi.
Esempi importanti di cui si è discusso in questa occasione sono lotta al cyberbullismo e all’hate speech, le community di supporto, le associazioni non profit, la formazione in età scolare. Perché il grado di civiltà di una comunità dipende dall’attenzione che rivolge agli ultimi.

La seconda parola è CAMBIAMENTO.
Tante cose sono cambiate nella nostra società e nella nostra cultura. Alcune gattopardescamente, altre invece non così rapidamente e radicalmente come ci si poteva aspettare. Le resistenze al cambiamento epocale introdotto con i social media sono state degne di Leonida.
La sfida rimane quella di riuscire a convincere il manager di un’azienda, il funzionario statale, il collega di lavoro, il vicino di casa, il compagno di scuola che i vantaggi derivanti dal cambiamento saranno di gran lunga superiori allo sforzo necessario per ottenerlo.

La terza parola è INNOVAZIONE.
In molti casi i cambiamenti sono stati condotti dilettantisticamente o avventurosamente, ma ci può stare se in una strategia di fallimento continuo e di gestione del fallimento (“senza fallimento, non ti sei spinto sufficientemente oltre”). Occorre quindi diffondere la cultura dell’innovazione, per mettersi continuamente in gioco e non trovarsi a subire gli eventi ma, al contrario, esserne protagonista. Significa guardare quello che gli altri non hanno ancora visto, valorizzare i talenti (cercandoli anche dove non ti aspetteresti), renderne disponibili i vantaggi al maggior numero di persone. Continuamente.

La quarta parola è ALFABETIZZAZIONE.
Qualsiasi tentativo di crescita è vano se parallelamente non esiste un processo di alfabetizzazione delle persone. La piattaforma più evoluta, la notizia più accurata, il messaggio più sensato sono inutili o addirittura manipolabili se chi li andrà a utilizzare non ha le basi per farlo. I cambiamenti sono e saranno sempre più rapidi e destabilizzanti, con le conseguenze che sono sotto i nostri occhi. E’ un dovere morale di tutti mettere la propria esperienza al servizio della comunità dopo avere ricevuto e fare in modo che questi cambiamenti non generino esclusioni o velocità diverse.

La quinta parola è MEMORIA.
La memoria limitata di chi preferisce le ricerche su Google per affrontare presente e futuro.
La memoria per chi ci ha dato tanto, in modo disinteressato, ma che purtroppo non è più tra noi.

C’è quindi ancora tanto da fare e questo evento potrebbe essere un punto di partenza.
Tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’intuizione di Francesca e il prezioso lavoro di Valentina e di tutti quelli che hanno partecipato in vario modo, a cui va il mio profondo e sincero ringraziamento.

 


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