Close

Not a member yet? Register now and get started.

lock and key

Sign in to your account.

Account Login

Forgot your password?

I supereroi al tempo dei social media

03 Ott Posted by in Uncategorized | Comments

Ripubblico anche qui, per chi se lo fosse perso, il mio articolo con cui giorni fa ho inaugurato la mia collaborazione con Intervistato.com.

Buona lettura.

————————————————-

Il successo di critica e di pubblico raccolto dal terzo capitolo della trilogia di Batman diretta da Christopher Nolan, la cui trama è ben raccontata da Fabio Chiusi, è stato da un certo punto di vista una grossa sorpresa, per chi si aspettava un riadattamento in funzione dei tempi.

Sarebbe stato logico aspettarsi non più un giustiziere solitario ma un non-protagonista, un’espressione di una volontà collettiva, magari con un finale dove il supereroe in difficoltà viene aiutato da una collettività, proprio come nella scena finale di “V come vendetta” dove insorgono i cittadini, mascherati da Guy Fawkes.

Alcune riflessioni sui recenti cambiamenti nella società (condizioni, abitudini, rischi) possono quindi aiutarci a capire se in tutto questo c’è dell’anacronismo.

I supereroi, miti creati dall’uomo fin dalla notte dei tempi e ripresi all’inizio del secolo scorso sotto forma di storie a fumetti, vennero ben presto utilizzati come elemento di propaganda antinazista durante la Seconda guerra Mondiale e anticomunista durante la guerra fredda. Lo stesso Magneto degli X-Men trascorse parte della sua infanzia ad Auschwitz.

In Italia, Superman dovette cambiare nome a favore dei più autarchici Ciclone, Uomo d’acciaio e Nembo Kid.

Il supereroe era più vicino al superuomo di Nietzsche, alle visioni emersoniane e alla Disobbedienza civile teorizzata da Henry David Thoreau. Oggi, più che un “uomo forte” sarebbe un uomo influente.

Chi è il supereroe? Il supereroe è una figura iconica che possiede abilità straordinarie che utilizza per combattere tutto ciò che mette in pericolo il territorio in cui vive e la sua popolazione (a volte, persino l’intera umanità).

Chi sono i supereroi al tempo dei social media? Li puoi riconoscere forse dall’elmetto giallo dei minatori della Carbosulcis, oppure puoi trovarli in mezzo agli operai dell’Alcoa. Sono sporchi, sudati, disperati e determinati, espressione di un territorio difficile: il Sulcis, moderne Termopili.

E i pompieri dell’attentato di undici anni fa a Ground Zero, sia quelli sopravvissuti che quelli rimasti sotto le macerie, ancora oggi ricordati per il loro comportamento eroico? Non sono forse supereroi anche loro? In fondo, Gotham City ricorda sinistramente New York, no?

Impossibile non pensare anche alle Paraolimpiadi appena concluse, dove un uomo di nome Alex Zanardi a 45 anni stravince due medaglie d’oro, una per ogni gamba che il destino gli ha portato via, ma risparmiandogli miracolosamente la vita dopo che in precedenza gli aveva offerto la notorietà come pilota di F1. Vittorioso con record alla maratona di New York, campione italiano di ciclismo su strada, campione nella vita, è stato insignito delle massime onorificenze a cui possono ambire cittadini e sportivi italiani. E’ sufficiente per essere considerato un supereroe?

Bradley Manning, due volte candidato al Nobel per la pace, ha finora trascorso 847 giorni di carcere durissimo senza nessuna incriminazione formale. Ha osato come nessuno prima di lui in nome della libertà d’informazione della quale è oggi il simbolo. Se non è un supereroe questo…

Che abilità deve possedere? Una volta il supereroe doveva possedere una forza sovrumana, saper volare, trasformare il proprio corpo in qualcosa di diverso, essere presente nel luogo e nel momento stesso in cui un evento grave avveniva. Oggi deve avere il coraggio di denunciare pubblicamente un sopruso, deve sapere comunicare attraverso qualsiasi medium, deve sapere coinvolgere e abilitare le folle, deve avere una rete di relazioni con persone che possono essere ovunque e in qualsiasi istante al posto suo.

Chi stabilisce chi è un supereroe? Supereroe si nasce o si diventa? Lo si diventa, inconsapevolmente: lo stesso Clark Kent aveva acquisito i superpoteri solo come reazione al cambiamento di atmosfera rispetto al pianeta Krypton. Una volta, però, era il supereroe stesso che si palesava alla società e si autoeleggeva tale quando scopriva di avere dei poteri particolari oppure spinto da giustizialismo. Agiva in difesa della massa, della quale però non gli interessava l’opinione perché agiva per soddisfare un proprio desiderio. Il supereroe era figlio delle storture della società, la stessa che ne aveva provocato la metamorfosi colpendolo profondamente e intimamente.

Oggi il supereroe è prima di tutto un leader riconosciuto come tale dalla massa e non potrebbe esistere senza questo appoggio. Attraverso i social media, chiunque può riuscire a ottenere grande visibilità e questo facilita il processo di creazione dei supereroi da parte della società. E’ un ruolo a tempo determinato, che cessa appena la massa comincia a credere che non sia più una figura credibile.

E’ rappresentativo? Una volta, il supereroe prendeva le distanze dalla società che lo ha partorito, andandovi a colmare una lacuna esistente sviluppando le qualità necessarie.

Oggi il supereroe è diretta espressione delle necessità delle folle, delle quali è interprete volontario o involontario.

E’ invincibile? Una volta, il supereroe era quasi invincibile, a causa di punti deboli (come la kryptonite per Superman) che però gli conferivano un tocco di umanità.

Oggi questo è indifferente, perché l’ecosistema in cui si muove segue modelli a rete ed è autoadattativo. Morto un supereroe, se ne fa subito un altro.

Che aspetto e identità ha? Bello come il sole e palestrato, compiva atti di eroismo esclusivamente indossando un costume che ne metteva in risalto la prestanza fisica. Il viso era coperto da una maschera per celare l’identità; Superman faceva eccezione, in quanto riusciva a non farsi identificare come Clark Kent nonostante si togliesse unicamente gli occhiali.

Oggi la maschera è quella di Anonymous e compare non solo per celare l’identità (ed evitare ritorsioni) ma anche quando si vuole negare l’identità personale in favore di una collettiva.

Dove vive? Una volta il supereroe viveva nelle grandi metropoli: caotiche, multietniche, piene di contraddizioni. Come New York. Oggi, con i social media che abbattono le barriere spaziali e temporali, potrebbe benissimo trovarsi nella periferia del mondo o vivere in un non-luogo.

Che simbolo usa? Il simbolo è fondamentale per affermarne l’identità. Oggi potrebbe essere un hash, un hashtag, un avatar, un glider o un like.

In che condizioni economiche vive? Il supereroe dei fumetti spesso è ricco e non ha bisogno di lavorare, così da avere molto tempo libero per combattere i nemici della società. Il supereroe di oggi se ha molto tempo libero è perché non ha un lavoro, ce l’ha saltuario o rischia di perderlo. Spesso proprio la motivazione economica è alla base delle sue azioni.

Chi sono i suoi nemici? I nemici classici del supereroe non erano generiche ingiustizie sociali ma singoli personaggi che alteravano gli equilibri della società. Al contrario, oggi sono la crisi economica internazionale, il tentativo di limitare la libertà di espressione sui media digitali, le dittature.

E’ amato oppure odiato? Oggi basta una frase fuori luogo per passare da salvatore della patria a persona da dileggiare, alla velocità di un tweet. La spontaneità paga, ma i rischi per la propria reputazione sono molti.

La differenza principale però è proprio che il supereroe classico agisce per riportare l’ordine e ristabilire equilibri consolidati. La sua opera è considerata infatti tranquillizzante.

Al contrario, il supereroe al tempo dei social media è destabilizzante, punta a sovvertire radicalmente e brutalmente gli ordini precostituiti, visti come inquinati dalle ingiustizie sociali. Per questo motivo è malvisto dall’establishment, ma può contare sull’apporto della base di persone nelle sue stesse condizioni. E’ tutto sommato una figura positiva perché distrugge per ricostruire meglio. Fino al successivo inquinamento, quando tornerà per distruggere e ricostruire ancora.

 


Leave a comment