Close

Not a member yet? Register now and get started.

lock and key

Sign in to your account.

Account Login

Forgot your password?

Renzo Bossi e il CEPU

12 Ago Posted by in Uncategorized | Comments

Da quando ieri si è saputo che il CEPU impartirebbe a Renzo Bossi (al secolo “il Trota”, come definito dal padre) lezioni a domicilio – in via del tutto eccezionale e nemmeno contemplate per altri studenti dell’Istituto – la parola chiave “CEPU” è trending topic su Twitter.

Nemmeno blog e testate on-line si sono risparmiati nel riportare – criticandolo – il comportamento di entrambi.

Lasciando perdere quelli che possono essere i motivi per i quali apparentemente Renzo Bossi venga spesso preso di mira dai media e dagli italiani (forse perché non giudicato all’altezza della posizione che ricopre, forse per le uscite infelici in cui ogni tanto incappa pur non rendendosene conto, chissà, forse proprio per il deludente percorso di studio), mi sono invece chiesto se, grazie al CEPU, Renzo Bossi potrebbe colmare le lacune che molti gli attribuiscono. Incuriosito, sono perciò andato a verificare quale sia la presenza on-line del CEPU, spesso specchio di chi sta dietro.

Il sito

Contiene tutti i riferimenti alle informazioni disponibili, compresa una utilissima mappa statica con l’ubicazione dei centri nazionali.

Qualsiasi informazione non presente sul sito la si può richiedere compilando i relativi moduli e aspettando la risposta, persino per telefono.

 

Il blog

Non deve essere troppo seguito a giudicare dagli zero commenti (però con tanto di tag Technorati, che a quanto pare è ancora in vita come servizio). Certo non aiuta il widget nel sidebar del sito, visto che quando si clicca sui link degli ultimi articoli si ottiene un bel messaggio di errore 401 (autorizzazione mancante).

Nonostante tutte le precauzioni prese da CEPU per evitare che visitatori interessati riescano ad accedere al proprio blog per carpirne informazioni, esiste un tip: quello di cliccare sul logo “Village“.

Il motore di ricerca interno consente di ricercare qualsiasi contenuto all’interno del blog, quindi previdentemente CEPU l’ha bloccato per evitare che qualcuno ne approfitti, facendo in modo che la scritta “caricamento in corso” sia perpetua.

A questo punto possiamo far loro uno sgarbo e condividere uno dei loro post con la nostra rete di contatti o col mondo intero.

Qui però scatta il piano di emergenza del CEPU: cliccando sui social button in coda al post compare una pop-up accecante, piena di servizi che nessuno usa più da lustri (c’è Twitter, ma deve essere stata una svista) e che bisogna compilare manualmente (URL, titolo, tag, ecc.).

Se non dovesse piacere questa grafica non c’è problema, perché CEPU ha inserito un ulteriore servizio di condivisione (quello di AddThis) nel sidebar, dove nessuno si sognerebbe mai di cercarlo.

Bene, ora immaginiamo per assurdo di volere essere i primi a lasciare un commento su quel blog.

Si aprirà il singolo post e magicamente scompariranno tutti i social button, così da scoraggiare ulteriormente la condivisione se non l’avevate già effettuata in precedenza.

Praticamente è possibile condividere un post solo dalla pagina principale del blog e non dalla visualizzazione del singolo post.

Spesso all’interno dei post sono contenuti indirizzi e-mail per chiedere informazioni sui servizi erogati a cui il post si riferisce: evidentemente qualcuno deve averli utilizzati per chiederle davvero, così da un po’ di tempo a questa parte hanno tolto i link ipertestuali obbligando le persone a fare copia-e-incolla nel proprio client di posta.

Prima di abbandonare il blog possiamo iscriverci al loro feed in modo da rimanere sempre aggiornati sui contenuti, facendo però attenzione a utilizzare FeedBurner e non Atom, perché quest’ultimo non funziona.

 

Una divisione informatica

Presumo che sia la stessa che realizza i siti per CEPU.

Anche qui è presente una utilissima mappa statica con l’ubicazione delle 120 sedi nazionali.

La presenza sui social network

Anche se sui vari siti del gruppo sono assolutamente assenti le icone dei social network, CEPU ha una pagina su Facebook alla quale non vuole dare troppa pubblicità, evitando quindi di doverla gestire.

Non a caso contiene solo 4 post e l’ultimo risale a novembre 2010: nonostante questo, 234 persone risultano ancora iscritte alla pagina.

Persino lo spazio informativo è completamente vuoto.

In alternativa – sempre su Facebook – ci sarebbe un profilo di persona fisica, in aperta violazione dei TOS di Facebook e con i contenuti nascosti (la prudenza non è mai troppa).

Infine c’è l’indispensabile account Twitter, che lo si registra sempre per evitare che qualcuno faccia cybersquatting col nostro nome, tanto poi non lo si utilizza (zero tweets, zero following, zero tweeets). Stranamente non è lucchettato, così che se qualcuno volesse iscrivervisi potrebbe addirittura farlo.

 

Conclusione

Fin qui ho scherzato.

Non so se Renzo Bossi concluderà i suoi studi brillantemente, così come non so se CEPU sia molto meglio di ciò che appare on-line.

Però qualche dubbio mi viene.

 


Leave a comment