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L’attribuzione dei crediti sui social media, come e perché

23 Ago Posted by in Uncategorized | Comments

Ieri mi sono visto attribuire dei crediti in questo tweet e ne sono rimasto piacevolmente sorpreso.

https://twitter.com/AnalPoetNL/status/370605081110265856

Cosa c’è di strano? Che io sono “solo” l’hub che ha consentito ad @AnalPoetNL di scovare uno specifico pezzo un Guardian.

Come l’ha individuato? Io non seguo lui e lui non segue me però, a quanto pare, abbiamo gli stessi interessi.

Il suo è l’unico RT che ho ricevuto per il mio tweet, quindi lo ha individuato per forza attraverso la ricerca per chiave di Twitter.

All’interno di quella conversazione avrebbe potuto segnalare soltanto il link del Guardian; essendo un sito molto frequentato, chiunque avrebbe pensato che lo aveva trovato da solo. Inoltre, col limite di 140 caratteri, inserire sia crediti che fonte non è semplicissimo.

E invece no. @AnalPoetNL ha voluto attribuire valore al mio lavoro e, implicitamente, indicare a @jvantill che potrei essere una fonte utile per altri contenuti simili.

La content curation è una pratica importante quanto la produzione dei contenuti, a volte persino più dispendiosa.

Scorrere le fonti abituali, navigare tra quelle simili, individuarne di nuove, filtrare i contenuti rilevanti per noi, verificarli, arricchirli, inserirli all’interno di una narrazione e impaginarli non è una passeggiata.

https://twitter.com/postoditacco/status/370608325714784256

https://twitter.com/AnalPoetNL/status/370608874115837952

In questo specifico caso, il mio tweet segnalava all’articolo “Chemical attacks in Syria: reports mapped” del Guardian, sul presunto attacco chimico di mercoledì a Damasco, contenente la mappa delle segnalazioni classificate per attendibilità.

https://twitter.com/postoditacco/status/370601699133894656

 

chemical-attacks-syria

 

Ecco invece alcuni esempi pratici su come comportarsi, secondo me, in questi casi.

 

Caso pratico #1

L’altro giorno ho pubblicato un post con cui tentavo di identificare la fonte di una fotografia di una esplosione in una città egiziana e di verificarne l’autenticità.

All’interno, ho ringraziato Antonella che mi ha segnalato il post su Facebook di Corriere.it che l’aveva pubblicata (senza crediti). Probabilmente avrei letto ugualmente in quanto è una fonte che seguo abitualmente, però Antonella ha accelerato la mia lettura e ha stimolato il mio interesse su quella notizia specifica. Per me, ha valore.

Nota a margine: i crediti aiutano anche il fact-checking collettivo, come in questo caso.

 

Caso pratico #2

Se attraverso servizi di content curation scopro un contenuto interessante procedo in questo modo:

  • se interessa a me, aggiungo ai bookmarks la fonte principale e non l’aggregatore (per evitare duplicati)
  • se ritengo che potenzialmente potrebbe interessare anche a chi mi segue, condivido il link dell’aggregatore in modo da attribuire valore al lavoro svolto da chi li ha selezionati.

Per esempio, l’altro giorno ho twittato un contenuto curato da Lelio con Scoop.it e memorizzato tra i preferiti l’articolo. In questo modo, oltre al contenuto stesso, ho voluto segnalare l’account di Lelio come fonte interessante per questo tipo di contenuti.

https://twitter.com/postoditacco/status/370250231981813760

 

Caso pratico #3

Sempre Lelio (guarda caso) un’ora fa ha scritto questo tweet, formalmente ineccepibile:

TITOLO + HASHTAG + FONTE + HUB

L’hub in questo caso sono io, identificato da HT che sta per “Heard Through”.

https://twitter.com/leliosimi/status/370800685253918720

 

 


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