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Contenuti digitali e valore percepito

01 Feb Posted by in Uncategorized | Comments

Giusto ieri parlavo di contenuti pubblicati sui media digitali e del loro “valore percepito” dai lettori. Uno di questi passaggi diceva:

A mio modo di vedere chiunque a vario titolo si inserisca in modo determinante in una qualsiasi delle fasi del ciclo di vita di una notizia on-line ha diritto a una qualsiasi forma di riconoscimento, in proporzione al valore percepito.

L’attento Marco – a cui questo passaggio non era sfuggito – si interrogava sulle difficoltà nel monetizzarlo: oggi ho giusto l’occasione di riprendere questo discorso con un paio di esempi freschi freschi.

A distanza di 24 ore da quel post vedo che addirittura The Next Web pubblica proprio un articolo che parla di valore percepito e di pricing, sostanzialmente in linea con quanto scrivevo io.

Un altro esempio mi è dato da un fatto molto singolare avvenuto proprio oggi sul mio blog, tuttora in corso mentre sto scrivendo questo post.

Nelle ultime due settimane ho pubblicato diversi post che hanno richiesto un impegno particolare da parte mia, per la profondità, per la verifica dei contenuti e per tutto il resto. Per le ispirazioni invece non ho avuto problemi perché mi sono venute subito e dovevo solo buttarle giù. Questi post sono poi stati letti e apprezzati da un discreto numero di persone. Visto che ero ben consapevole di aver realizzato dei lavori di un certo livello e sapendo quanto impegno mi erano costati, speravo di vederli apprezzati da un numero maggiore di persone. Tutto sommato sono rimasto ugualmente soddisfatto perché si è trattato di lettori di qualità – interessati a contenuti non generalisti – molti dei quali seguono abitualmente quello che pubblico.

Cinque giorni fa scrissi anche un post “leggero”, di botto, a costo bassissimo su un argomento di attualità: l’affaire Minetti/Berlusconi/Bunga Bunga.

Notai per caso (ma anche no) dei particolari sul sito personale di Nicole Minetti che erano evidentemente sfuggiti a migliaia di italiani e alla stessa Nicole Minetti; magari qualcun altro li aveva notati, chissà, ma non aveva pensato di parlarne.

Sta di fatto che oggi questo post ha generato un picco di accessi pauroso al mio blog: quando lo pubblicai cinque giorni fa era stato quasi ignorato, mentre in questo momento sta viaggiando verso le 500 visualizzazioni.

Cosa ho fatto per spingere queste visite? Quasi niente: un tweet più la segnalazione automatica su Facebook  di Networkedblogs.

I visitatori sono arrivati quasi tutti attraverso la ricerca organica su Google, con una stringa banalissima come “nicole minetti” (qualcuno col più formale “minetti nicole“).

Tra l’altro, io di solito su questo blog parlo di tutt’altro che di politica, quindi non ci sono altri contenuti di questo tipo che possono favorire il posizionamento sui motori di ricerca: in questa occasione infatti ho toccato una figura istituzionale, ma solo in relazione all’utilizzo dei social media e null’altro.

Morale: un post che ho scritto per caso e velocemente mi ha portato un’enormità di visite sul blog, anche se di qualità non elevata: non sono aumentati gli iscritti al mio feed, gli altri post del blog sono stati quasi ignorati e non si sono generate conversazioni rilevanti (un commento sul blog, zero citazioni sui social network, zero tweet).

Dal mio punto di vista, il fattore “costo” dei post di approfondimento creava delle aspettative completamente diverse da quello che poi è stato il “valore percepito” dai lettori.

Dal punto di vista di questi visitatori, era rilevante e di valore il contenuto del post leggero.

Se il mio lavoro fosse stato retribuito oppure se avessi voluto monetizzare questi accessi, credo che non avrei potuto fare a meno di queste considerazioni.

 


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